Avete presente quando si dice ‘iper ossigenazione’? Si respira con la bocca aperta, portando tanta aria dentro, e fuori, velocemente. E l’idea che vi siete fatti è che, in quel modo, state introducendo nel vostro corpo una grande quantità di ossigeno, vero?
Bene, è vero l’esatto opposto: si chiama ‘effetto Bohr’, e per questo motivo è stato chiamato anche ‘il paradosso dell’ossigeno’.
Quello che scoprì il padre del Premio Nobel della Fisica, nei primi anni del ‘900, è che il rilascio dell’ossigeno dal sangue e, per la precisione, dall’emoglobina ai tessuti, avviene solo quando il livello di anidride carbonica diventa elevato. Quando respiriamo in quel modo affannoso, in realtà, espelliamo grandi quantità di CO2, e questo fa sì che i nostri recettori interni ricevano il segnale che non c’è bisogno di rilasciare ossigeno. Le molecole di O2, quindi, rimangono ben ancorate all’emoglobina.
In altre parole, il primo segnale che vi è bisogno di ossigeno, non è dato dalla carenza dello stesso, ma dal fatto che la quantità di anidride carbonica superi un certo livello. Dato che, con quel tipo di respiro, la eliminiamo forzatamente, il trasferimento di ossigeno viene bloccato e i nostri tessuti, compresi quelli del cervello, non ricevono più ossigeno.
Al termine di una respirazione di quel tipo, la nostra capacità di rimanere in apnea aumenta, come si può facilmente provare: tutto il nostro sistema respiratorio, infatti, riceve il segnale che non c’è bisogno di immettere altro ossigeno.
Questo è il motivo per cui avvertiamo quelle sensazioni come la percezione di avere ‘la testa leggera’ o dei capogiri.
Se spingessimo questo meccanismo all’eccesso, il nostro ‘salvavita’ interno, ci farebbe svenire, proprio per ridurre il metabolismo del corpo in un momento di grande scarsità di ossigeno e preservare, così, l’integrità dei tessuti cerebrali. Questo è il motivo per cui è sconsigliata l’iperventilazione prima delle immersioni subacquee.
L’IBP-Integrating Body Mind Potential è una tecnica in grado di sostenerci nell’abituare gradualmente il nostro organismo ad una respirazione corretta ed il più possibile efficiente: con esercizi di respirazione specifici si aumenta la quantità di ossigeno che si introduce nel corpo e, successivamente, attraverso lo stato di apnea che conclude il ciclo di respiri, si favorisce proprio il trasporto dell’emoglobina e l’ossigenazione dei tessuti.